V. 14 (2023): MODULO E MODULARITÀ | Declinazioni e scale applicative nella contemporaneità

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Modulo è segno, andamento lineare, forma geometrica o libera che si ripete all’interno di uno spazio determinato mantenendo inalterate le proprie proporzioni; è forma esemplare, norma e regola, numero, unità elementare e di misura; è concetto che esprime armonia, proporzione e qualità; è elemento catalizzatore di storia, cultura e memoria che rimanda, nell’ambito delle diverse discipline dell’urbanistica e del paesaggio, dell’architettura e dell’ingegneria, della rappresentazione, del design e dell’arte, tanto all’uomo quanto a suoi artefatti e concettualizzazioni. Modulo è misura delle cose e al tempo stesso sintesi delle relazioni che tali misure attivano (connessioni) oppure disattivano (separazioni); modulo è ritmo, interferenza, struttura, relazione, mutazione, standardizzazione ma è anche sintesi della specifica capacità umana di percepire, semplificare e rappresentare l’ambiente. Progettare è insieme misurare e mettere in relazione: ‘contare e raccontare’, come titolavano Carlo Bernardini e Tullio De Mauro (2003), attraverso il concetto di modulo che si presta a essere espressione di un atto (il contare o misurare) e al tempo stesso di una narrazione (il raccontare), entrambe arricchite e alimentate nella contemporaneità da un nuovo capitale semantico che, nel suo essere materiale e immateriale reale e digitale insieme, attiva nuove relazioni transdisciplinari e interdisciplinari coinvolgendo e contaminando tra loro le diverse scale del progetto. Il modulo, nel suo essere misura olistica delle cose, misura e misurabilità, sembra condividere con la nuova contemporaneità l’idea di uno spazio ‘diverso’ – a qualsiasi scala – da ri-misurare e da ri-contare sia nella configurazione attuale (l’esistente) sia rispetto a ciò che potrà e/o dovrà essere (il nuovo). In quest’ottica, all’interno degli approcci progettuali e trasformativi dell’ambiente, sembra delinearsi una rinnovata e contemporanea espressione di modulo che si confronta in dinamica evoluzione con le inderogabili istanze di interoperabilità, virtualizzazione, decentralizzazione, sostenibilità e accessibilità.

Un tema attuale, quello del modulo nel Terzo Millennio, che si rapporta con l’omologa proposizione introdotta da Giulio Carlo Argan (1965) nella raccolta di saggi dal titolo Progetto e Destino, in cui lo storico indaga l’evoluzione del concetto di modulo e il suo modificarsi lungo la storia insieme ai modi del costruire. Sulla base di queste premesse il Volume 14 di AGATHÓN raccoglie saggi e ricerche che, seppur non esaustivi delle innumerevoli declinazioni assumibili dal modulo per affrontare, discretizzare e risolvere la complessità del costruito, ne evidenziano la natura multiscalare e la flessibilità concettuale e d’uso. Con le loro infinite scale applicative, ‘dal cucchiaio alla città’ (Rogers, 1952), il ‘modulo’ e la ‘modularità’ riemergono con forza nel nuovo Millennio e possono divenire paradigma a supporto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (UN, 2015) se associati ai temi della reversibilità e dell’accessibilità; in aggiunta le variegate declinazioni concettuali e strumentali del ‘modulo’ e della ‘modularità’ possono fornire supporto lungo l’intero ciclo di vita di un sistema, ottimizzandone le fasi ideative, produttive / realizzative e quelle di gestione delPaesaggio, della Città, dell’Architettura e dell’Industrial Design, consentendo il superamento di una visione statica e lineare del costruito attraverso ‘sistemi aperti’, ‘flessibili’, ‘adattivi’, ‘multiscalari’ e ‘sostenibili’ soprattutto quando gestiti mediante strumenti digitali intelligenti.

Pubblicato: 31-12-2023

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