Camminare nel selvatico. Per una transizione verso un paesaggio coevolutivo

Autori

  • Adriano Dessì Università di Cagliari (Italia)

DOI:

https://doi.org/10.19229/2464-9309/13112023

Parole chiave:

selvaggio, paesaggio, biodiversità, co-evoluzione, vegetazione

Abstract

Il contributo prova a spostare l’approccio e le possibili posture del progetto architettonico e paesaggistico verso un’interpretazione di transizione ecologica fondata sulla dimensione del ‘selvatico’, ovvero sulla possibilità che la trasformazione dei luoghi ad opera dell’uomo contempli forme di vita altre e delle più diverse, ambiti di prossimità in cui le attività umane cedono il passo a terze e quarte nature, che sviluppino in modo autonomo, dinamico e vitale i propri habitat. Pensare a un ‘paesaggio del selvatico’, in tale riflessione, significa ripensare al rapporto tra habitat umano e naturale che si sviluppa su molti piani, non riducibili e semplificabili nell’incombente fenomeno del ‘rewilding’, che vanno dalla possibilità di dare forma agli spazi di natura, di creare nuove forme di spazi di condivisione tra uomo e viventi sino all’ideazione di architetture minime necessarie a stimolare pratiche umane antiche, come quella del camminare, che siano in grado di sviluppare nuove ecologie.

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Ricevuto: 23/03/2023; Revisionato: 25/04/2023; Accettato: 08/05/2023

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Biografia autore

Adriano Dessì, Università di Cagliari (Italia)

Ricercatore in Architettura del Paesaggio, dove coordina il Master nella stessa disciplina. Vincitore di diversi concorsi di idee in Italia, Francia, Portogallo e Austria, è stato membro del direttivo di ProArch dal 2017 al 2021. I suoi temi di ricerca vertono sul progetto del rapporto tra città e paesaggio rurale, sul recupero delle infrastrutture abbandonate, in particolare di quelle ferrate.
E-mail: adriano.dessi@unica.it

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Pubblicato

30-06-2023

Come citare

Dessì, A. (2023) «Camminare nel selvatico. Per una transizione verso un paesaggio coevolutivo», AGATHÓN | International Journal of Architecture Art and Design, 13, pagg. 131–140. doi: 10.19229/2464-9309/13112023.